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concezione hegeliana della storia

La concezione della storia in Hegel Tra filosofia e storia, secondo Hegel, c’è un forte collegamento; la sua è una concezione positiva della storia che conduce sempre verso la libertà. Cosicché le vicende del mondo non sono estranee alla storia dello Spirito perché la storia del mondo è la storia stessa di Dio, è la storia dell'avvento dello Spirito, del realizzarsi della Ragione. Analogamente, il bambino diviene adolescente solo se come bambino muore, e l'adolescente diventa adulto negando se stesso. Per comprendere meglio questa teoria, esaminiamo come in essa si vengano a configurare i rapporti tra individui, classi sociali e Stato. Ogni negazione è un'ulteriore determinazione. Se il seme non “morisse” in quanto seme, non si trasformerebbe in fiore e non ci sarebbe sviluppo. Quindi si dovrà definire l'Assoluto come. Inoltre Hegel critica l'atteggiamento individualistico dei romantici, che chiudendosi narcisisticamente in sé stessi, perdono ogni contatto con il mondo. Nei Romantici è il sentimento, la fede, l'intuizione, che Hegel definisce come «romantiche fantasticherie», a primeggiare su qualunque altra facoltà umana. Nel 3º momento, razionale positivo o speculativo, la ragione si rende conto che ogni coppia di idee opposte si trova sempre contenuta in un'altra idea superiore che ne rappresenta la sintesi, ossia la loro correlazione. Essa, infatti, è costituita da parti, le quali singolarmente non esistono, ma insieme formano il Tutto (Il Tutto al di sopra della Parte). Il terzo momento è detto anche del superamento, parola italiana che traduce il sostantivo tedesco "Aufhebung", dal verbo Aufheben. La Verità definitiva si comprende solo alla fine del processo dialettico, quando ne abbiamo percorso tutte le articolazioni. È sulla base di questa nuova visione dell'Assoluto che si possono intendere le critiche di Hegel alle filosofie precedenti di Kant, Fichte e Schelling. Solo gli aspetti più profondi e universali dell'esistenza sono reali e quindi razionali. Tutta la realtà deriva da un progetto divino e la realtà storica è la realizzazione dell’assoluto che prende coscienza di sé. Solamente, l'organico come testé fu determinato è esso stesso proprio il fine reale; infatti, poiché l'organico "conserva se stesso" pur nel rapporto ad Altro, esso viene appunto ad essere quella naturale essenza in cui la natura si riflette nel concetto, e in cui i momenti di causa e di effetto, di attivo e di passivo, che nella necessità sono posti l'uno di fronte all'altro, vengono contratti in unità.[18]». CONCEZIONE DELLA STORIA Per HEGEL c’è una stretta connessione tra la filosofia e la storia. 3) 1 a cura di Giuseppe Rinaldi Una filosofia della storia è, in generale, una visione globale e onnicomprensiva dell’intera storia dell’umanità. Invero a questa coscienza osservativa quel concetto non è l'essenza propria dell'organico; anzi, a quella coscienza medesima il concetto cade fuori dell'essenza, e quindi è poi soltanto quell'estrinseco rapporto teleologico. Le pagine che ricercano tali soluzioni sono spesso di una complessità tale da lasciare incerti sull'interpretazione più corretta. Nella sua processualità la relazione si nega e si supera [Aufhebung] in assoluta identità. Su alcune recenti letture italiane di Marx, in Roberto Fineschi - Tommaso Redolfi Riva - Giovanni Sgro' (a cura di), Karl Marx 2013, «Il ponte», LXIX (2013), nn. un Soggetto che tiene i fili della storia e che parla attraverso i suoi uomini, Nella hegeliana visione dialettica della realtà il male, l'antitesi, il negativo, la tragicità della vita sono sempre risolti dalla positività della sintesi finale ottenuta tramite la ragione, che nega la negazione e quindi riafferma il bene a un grado più elevato. Ma se Kant si propone di criticare la Ragione ancor prima di conoscerla, egli non farà altro che tentare di imparare a nuotare, prima ancora di buttarsi in acqua. Per Hegel il presupposto della verità della conoscenza è un monismo assoluto di forme spirituali che si evolvono e si assolutizzano in un'unicità diveniente continua, dove il materiale e lo spirituale sono indistinguibili e connessi in un continuo superamento di "momenti" necessari del divenire storico per mezzo di una fenomenologia dove ciò che è posto trova la sua negazione e poi il suo superamento in una nuova figura (o appunto "fenomeno"). Herbert Marcuse, Ragione e rivoluzione: Hegel e il sorgere della teoria sociale, Il Mulino, Bologna, 1997. Secondo Hegel la libertà individuale non esiste e tutto è determinato nello Spirito e dallo Spirito, che è anche Ragione, Essere e Idea e, insieme, il Dio di Platone, quello di Plotino, di Proclo e di Spinoza, panteistico e panenteistico. Anche nella realtà naturale e storica lo sviluppo avviene per negazioni: il seme per diventare fiore deve morire, negarsi, ma anche il fiore per diventare frutto (sintesi) deve morire. Ad esempio, sul piano politico, veramente reali non sono i sentimenti e le passioni degli individui, ma sono reali e razionali le istituzioni e soprattutto lo Stato. L'opera descrive i tre momenti che, nella storia, hanno caratterizzato la cultura umana e che si ripetono continuamente nella vita di ciascun individuo, con l'intento di dimostrare, laddove ce ne fosse bisogno, la contemporaneità del modello astratto e del modello concreto, affinché, attraverso i fatti della storia, possa dispiegarsi, rendendo conto di sé, il divenire dello Spirito. Reale non è, dunque, per Hegel, il particolare, l'individuo, ma l'universale. Questa nuova religione unirà nell'uomo ragione e sensibilità e lo avvierà alla felicità. Con l'avvento del Cristianesimo ecclesiastico e dogmatico si è verificata invece la separazione dell'individuo dalla vita politica e religiosa. Queste due correnti si dividono sia sulla concezione della filosofia, sia per quella della politica. Ma è davvero così? Per comprendere a fondo questo concetto hegeliano, è necessario rifarsi alla concezione romantica (di impronta schellinghiana) della Natura, intesa come Organismo vitale. Il Dio di Hegel è necessità assoluta che si fa identità assoluta. Afferma a proposito Hegel, che per essere infinito deve anche essere finito, ossia deve includere la finitezza al suo interno. Hegel, dunque, deve mettere sullo stesso piano Finito e Infinito insieme, sostenendo che il mondo non è altro che la manifestazione e realizzazione dell'infinito. Indicando i due termini dell'eguaglianza non con un'unica lettera A, ma con due "A" e "B", è implicita una differenza fra i due termini, che resta aufheben come tolta nella sintesi, in cui "A" è identico al suo diverso "A'". Occorre quindi una nuova religione in grado di conciliare con l'amore la vita politica con quella religiosa, l'umano col divino. Nel periodo trascorso a Berna e a Francoforte, dal 1794 al 1800, Hegel redasse i saggi pubblicati postumi nel 1907 a cura di Herman Nohl col titolo di Scritti teologici giovanili.[3]. Ha una concezione ottimistica della storia: si procede sempre verso la … L'identità dell'identico e del diverso permea tutta la matematica e le scienze. [40], La separazione tra ideale e reale ad opera della religione, La logica hegeliana e quella aristotelica, Opere maggiori di Hegel con relativa traduzione italiana. Per quanto concerne la conoscenza del Reale, che per Schelling si risolveva nella indifferenziata sinossi di ideale e reale, è "la notte in cui tutte le vacche sono nere", come commenta Hegel nella prefazione della sua opera. E mentre per Hegel la ragione è una costante della Storia ed ogni periodo storico va ben valutato, per gli illuministi la ragione è presente solo in determinate epoche storiche, contrapponendo le età illuminate alle epoche buie. È in questo filone religioso che Hegel pensa si debba procedere a un rinnovamento culturale e politico per l'umanità e in particolare per il popolo tedesco, tramite una nuova religione popolare che realizzi un'armonia tra le religioni razionali (soggettive) e quelle positive, rivelate (oggettive). A Roma la filosofia si diffonde solo al tramonto della repubblica e col regime dittatoriale degli imperatori, ecc. La storia del mondo è la storia stessa di Dio, è la storia dell'avvento dello Spirito, del realizzarsi della ragione. Questo non accadeva con la religione predicata da Gesù che era fondata sull'unità degli aspetti razionali e sensibili dell'uomo, ed era quindi più vicina al mondo greco, capace di godere della natura e di vivere la vita religiosa in comunanza con quella politica. Quest’opera è importante in particolare in quanto contiene la prima esposizione della concezione materialistica della storia, da cui Marx ed Engels sviluppano la critica, per loro definitiva, alla filosofia giovane hegeliana all’interno della quale si erano formati. Storia moderna. • La realtà non è una sostanza statica: la categoria fondante della realtà hegeliana è proprio il divenire. «Questa coscienza infelice scissa entro se stessa è così costituita che, essendo tale contraddizione della sua essenza una coscienza, la sua prima coscienza deve sempre avere insieme anche l'altra. La concezione dialettica del mondo elaborata da Hegel è fondamentalmente ottimistica: infatti anche il momento dell'opposizione (dell'antitesi) è benefico. Vengono trattati i temi centrali della società, quali la famiglia, l'economia, la religione, cultura ecc. Il Cristianesimo è invece una religione privata e soggettiva, vissuta cioè, in quanto privata, in un rapporto personale tra l'individuo e Dio, ma è anche oggettiva, ossia fondata sugli scritti testamentari e su dogmi ed è tutelata e prescritta da un ceto particolare, separato dal resto dei cittadini, il clero. oltre ad affrotare temi più storiografici, i … Questo è avvenuto per il legalismo (la legge di Mosè) dell'ambiente giudaico dove si è sviluppata la dottrina cristiana che ha trasformato questa religione in senso ecclesiastico e dogmatico operando una scissione tra l'individuo e la totalità. Nella concezione crociana della storia, invece, si costituisce un nesso indissolubile fra ve-rità e storia, fra verità ed ethos (azione), in cui la contraddizione immanente ad ogni forma rende possibile che la storia non si chiuda nella positività assoluta con cui si conclude l'idea di storia he-geliana. Concetto di storia per Hegel - I lineamenti di filosofia del diritto si chiudono con una parte dedicata alla storia universale, considerata il teatro del mondo, nel quale si … Appare immediata la contrapposizione sussistente fra Hegel e gli Illuministi: mentre Hegel crede nell'identità fra ragione e realtà, gli illuministi assumono la ragione come unico giudice della realtà, ragione finita e parziale. Il fiore nega la realtà del seme ma dà senso alla vita del seme, traduce la sua fine in una vita ulteriore e più progredita. La filosofia, però, può spiegare la realtà solo al termine del suo processo di realizzazione. Coggle requires JavaScript to display documents. Hegel:la guerra è inevitabile Kant : la pace La filosofia, essendo la più alta e compiuta manifestazione dell'Assoluto, non può essere presente in ogni stadio del pensiero umano, ma solo alla fine del percorso, quando la realtà è già compiuta e non vi è più nulla da trasformare. Hegel, Questa prima parte della formula riprende evidentemente la conclusione cartesiana del, Il testo di Chalybäus a cui si riferisce Pinkard è, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, Religione entro i limiti della sola ragione, Lo spirito del cristianesimo e il suo destino, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (1830), https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Pensiero_di_Hegel&oldid=117634768, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, La prima posizione che lo Spirito ha assunto nella storia è quella dello stato ingenuo dell'armonia originaria, rappresentata dai Greci, dove le forze del dio erano presenti nella natura stessa delle cose, un aspetto del pensiero che contraddistingueva anche le religioni più primitive (, Il secondo momento è quello della scissione dal dio, introdotto dalla religioni, Il terzo momento è scandito dall'avvento della Ragione, lo Spirito si eleva ad una consapevolezza compiuta, conscio della tristezza della scissione, vuole riconciliarsi con il mondo, diventa così Autocoscienza, la presenza attiva di uno Spirito nel mondo che si riconcilia con il mondo stesso, è, dunque, lo Spirito infinito, non più rappresentato dalla, Il primo percorso è quello della coscienza individuale verso il possesso dell'Assoluto ed è questa la strada indicata nella, Il secondo cammino è quello dell'Assoluto che attraverso gli stadi dialettici dello sviluppo logico di. Kant intende questa operazione come opportuna prima di addentrarsi nella conoscenza di Dio, anima e mondo, che sarebbero una vana fatica se prima si dimostrasse che sono inconoscibili. Ma la sintesi, a sua volta, diviene tesi di una successiva triade, e così via. In secondo luogo, Hegel critica l'intento di Kant di volere realizzare una filosofia del finito, vale a dire la sua missione di rintracciare soltanto l'esistenza delle colonne d'Ercole della conoscenza umana[7], cioè della Ragione oltre la quale c'è l'inconoscibilità razionale della metafisica. In questo modo Kant dimostra di non avere la concezione dell'Assoluto che implica il superamento tra finito ed infinito nell'Assoluto. Il sapere è tornato ad esser l’opinione.[9]». Hegel mostra non solo la valenza di quelle proprietà, ma che una qualunque identità del tipo "A = B", non è mai un'identità statica, ma un'identità dinamica, che diviene nel tempo (tesi: A = A; antitesi: B'= A, B= (A'); sintesi: A = (A')). La sintesi è cronologicamente ultima ma logicamente prima. La Guerra: male evitabile o tragica necessità? Per Kant, dialettica è l'attività della ragione che si dibatte in insanabili contraddizioni quando abbandona il terreno dell'esperienza. L'uomo e la natura sono niente, Dio è tutto. Si deve al popolo ebraico infatti questa scissione tra l'uomo e Dio. Ma la dialettica è anche la legge della realtà, cioè chiave stessa dell'universo, dato che la realtà (la natura e il mondo umano della storia) è una manifestazione della razionalità. Egli non vuole né ridurre l'infinito ad una molteplicità di finito né considerare il finito come molteplicità dell'infinito. Quest'ultima è una situazione necessaria che serve all'uomo per ricercare quel senso dell'armonia perduta, per creare in lui la consapevolezza della propria esperienza tragica, la quale si risolve nell'aspirare alla riconciliazione finale con Dio, in una sorta d'armonia dinamica, con lo stesso significato che ne aveva dato Platone nel Sofista, quando si trovò a definire la Dialettica come rapporto dell'unità con la molteplicità. Voce principale: Georg Wilhelm Friedrich Hegel. [11][12] Hegel critica Fichte in due punti: Fichte, pur tentando, non risolve affatto il dualismo, poiché assume l'oggetto come semplice ostacolo, comunque separato, come finzione voluta dall'Io, per esercitare la sua assoluta libertà. Hegel lo riscontra nel semplice prendere atto della realtà quale essa sia. E questa concezione hegeliana dello “Stato etico”, dello Stato che è, s’, assoluto, monarchico e cristiano, ma in cui si incarna o si dovrebbe incarnare la volontà storica del popolo. Questo fenomeno pregresso della storia dell'uomo è così descritto da Hegel: «Questa coscienza infelice scissa entro se stessa è così costituita che, essendo tale contraddizione della sua essenza una coscienza, la sua prima coscienza deve sempre avere insieme anche l'altra. I vari momenti (tesi, antitesi e sintesi) si succedono logicamente gli uni agli altri. Ad esempio, il mercato è solo una delle componenti di una sintesi più vasta, la società, e questa di una sintesi ancora più ampia, lo Stato, ecc. Si è detto che la filosofia di Fichte è paragonabile a una semiretta, di cui si conosce il punto di inizio, ma di cui non è possibile intravedere la fine. Nei confronti di Schelling, Hegel lamenta, a partire dalla Fenomenologia dello spirito, l'assenza della prospettiva metodologica della dialettica. Le caratteristiche generali della concezione dello stato di Hegel . Sommario: La concezione della storia proposta da Karl Marx e Friedrich Engels è, ancora oggi, molto dibattuta in ambito politico, scientifico e accademico. G. W. Friedrich Hegel (1170-1831) individua tre momenti dello sviluppo dello Stato: la sua costituzione, il diritto statale esterno e la storia universale. Dialettica, prassi e concezione materialistica della storia. Si tratta di un processo teleologico necessario, che già nel 1807 veniva presentato così: «Il rapporto del quale si è qui sopra discusso, dell'organico con la natura degli elementi, non esprime l'essenza dell'organico stesso; questa essenza è invece contenuta nel concetto finalistico. [33] La dialettica è in primo luogo la legge della razionalità, cioè il principio universale che fissa i rapporti fra i concetti opposti del pensiero. È vero che il reale è razionale, cioè perfettamente necessario, ma non è vero che tutto ciò che esiste in un determinato momento è da considerarsi reale. Ecco dunque che la filosofia altro non deve se non giustificare.[31]. La razionalità dunque non è pura astrazione, ma può essere trovata nel mondo come un raggruppamento delle leggi che lo regolano (infatti il mondo non è una realtà caotica, un susseguirsi disordinato di eventi, bensì è dominato da un ordine razionale). L'assoluto di Fichte è un "cattivo infinito".[13]. Il movimento nel quale la coscienza inessenziale si adopera a raggiungere questo esser-uno è un triplice movimento, secondo la triplice relazione che essa assumerà in rapporto al suo al di là che ha forma e figura: in primo luogo come coscienza pura, poi come essenza singola, comportantesi verso la effettualità come appetito e lavoro, e in terzo luogo come coscienza del suo essere-per-sé.[20]». La ragione viene ristretta a conoscere soltanto una verità soggettiva, soltanto l’apparenza [il fenomeno di Kant] soltanto qualcosa cui la natura dell’oggetto stesso non corrisponda. Non sono le cose che procedono dall'Assoluto ma l'Assoluto è questo stesso procedere. La logica aristotelica, dunque, non serve; o, per meglio dire, è la logica dell'intelletto, non della ragione. Esempi di contraddizioni che vengono superate nel suo sistema filosofico sono quelle tra natura e libertà o tra immanenza e trascendenza. La città - Stato greca, secondo Hegel, che riprende motivi di Hölderlin, Schiller e Lessing, è una comunità organica di persone le quali sono, in modo concreto (concretum, cresciuto insieme), cittadini e religiosi insieme, ove si realizza la vera libertà che esclude sia le forme oppressive della comunità sull'individuo che l'indipendenza di ogni individuo dalla comunità; vera libertà è la possibilità di realizzare la propria volontà nella realtà politica, sociale e religiosa della comunità alla quale si appartiene. In un nostro articolo intitolato La concezione della storia di Comte avevamo ribadito come l’unica filosofia della storia che possa competere con quella hegeliana, per quanto riguarda la vastità di interessi e l’ampiezza speculativa, è quella elaborata da Comte; ma dobbiamo aggiungere, per onestà intellettuale, che la concezione della storia di Comte non può … In tal modo, mentre essa ritiene di aver conseguito la vittoria e la quiete dell'unità, deve immediatamente venire cacciata da ciascuna delle due coscienze.[19]». Hegel sviluppò un quadro teorico completo come non veniva sviluppato dall'epoca di Platone e Aristotele, un "sistema"[2] (idealismo assoluto), studiando il rapporto tra mente e natura, soggetto e oggetto della conoscenza e della psicologia; e tenendo conto nella sua prospettiva dello Stato, della storia, dell'arte, della religione e della filosofia. Nel 1817 pubblicò un'esposizione completa e sistematica della sua filosofia, l'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio. Tutto in modo coerente a ciò che diceva Aristotele, per il quale ciò che è primo al pensiero è ultimo nell'essere, e viceversa. Per comprendere al meglio il pensiero di Hegel, è necessario chiarire nuovamente i punti fondamentali della sua dottrina che sono tre: La realtà come Spirito Infinito (o Finito per Infinito), Identità di Razionalità (o Ragione) e Realtà e infine Il Compito della Filosofia (o funzione giustificatrice della Filosofia).[23]. Nella loro antica storia l'origine di questa separazione è stata l'esperienza del diluvio universale che ha portato gli ebrei a concepire una natura ostile da cui poteva salvarli solo il loro potente Dio trascendente e lontano da loro: il Dio di Mosè che ha dato loro le tavole dei comandamenti. "Il tutto è l'essenza che viene a compimento mediante il suo sviluppo, di esso si può dire che è essenzialmente risultato, che esso è alla fine quello che in realtà è."[17]. Le filosofie della storia non appartengono alla dimensione scientifica – anche se spesso proclamano ideologicamente la loro scientificità. Per Fichte dialettico è lo sviluppo dell'Io che procede attraverso tre momenti: uno positivo (tesi), uno negativo di opposizione (antitesi), e uno di conciliazione degli opposti tramite limitazione (sintesi). 5-6 (maggio-giugno 2013), pp. L’espediente ricercato dai rappresentanti della destra hegeliana (cfr. Nel 2º momento razionale negativo o dialettico, interviene appunto la ragione, che mette in evidenza i limiti dell'intelletto: infatti la ragione dimostra che ogni concetto, per essere compreso, non dev'essere isolato da tutti gli altri, ma, al contrario, va messo in relazione con la sua negazione, col suo opposto e l'opposizione per Hegel è la molla della realtà: il bene, per essere compreso, va messo in relazione con l'esperienza concreta del male, ecc. La conflittualità che per prima cosa Hegel deve risolvere è la dualità Finito/Infinito. Hegel riprende la concezione triadica fichtiana secondo cui i rapporti fra i concetti si articolano in tre momenti (tesi, antitesi e sintesi). La logica è « esposizione di Dio, com’egli è nella sua eterna essenza prima della creazione della natura e di uno spirito finito » [Scienza della Logica, Int.] In particolare, ha sviluppato un concetto di mente o spirito, manifestatasi in una serie di contraddizioni e di opposizioni e, in ultima analisi, pervenendo ad una filosofia della totalità. Nello scritto Religione popolare e cristianesimo (1794), la religione popolare (Volksreligion) è quella che Hegel definisce soggettiva perché impegna la fantasia e il cuore della singola persona ed è insieme pubblica, perché s'identifica con i costumi e le istituzioni di un popolo, come avveniva nella religione della polis greca. Quante definizioni moderne della storia ci dicono che la storia è l'assurdo. Occorre aggiungere qualche chiarimento alla concezione hegeliana della storia. Il rapporto fra Hegel e i Romantici è abbastanza complesso. Se nel popolo ebraico a predominare è lo spirito di separatezza – in quanto popolo eletto opposto agli altri popoli, che vive in una natura che si contrappone ostilmente all'uomo, diversamente da quello greco - il popolo ebreo è un popolo infelice, che non vivendo l'armonia di una religione popolare vive una coscienza infelice, caratterizzata dall'alienazione, dalla separazione tra sé e Dio. La filosofia non ha il compito di trasformare la società, di determinarla o guidarla, ma di spiegarla. I periodi di felicità sono in essa pagine vuote»[39] e con il parlare di [Geschichte als] Schlachtbank, del «[banco da] mattatoio della storia». Questi termini, però non compaiono in Hegel[34][35], che preferisce i termini di natura ontologica (e di estrazione teologica): in sé (an sich), per sé (für sich), e in sé e per sé (an sich und für sich). La realtà è la storia da cui la filosofia non può essere scissa, ma anzi comprende cioè che l’andamento storico diviene. La Fenomenologia è un'indagine, non solo della coscienza teoretica, ma anche della coscienza morale, sociale, politica e religiosa. ««In questa rinuncia della ragione a se stessa il concetto della verità va perduto. Bisogna restituire alla speculazione la metafisica identificandola con la logica. Compito della filosofia è prendere atto della realtà storica e giustificarla con la ragione. CONCEZIONE DELLA STORIA Per HEGEL c’è una stretta connessione tra la filosofia e la storia. Schelling pone l'assoluto in modo a-dialettico, come un'unità astratta priva di concretezza, perciò Hegel afferma che il suo concetto dell'Assoluto è paragonabile ad una notte in cui tutte le vacche sono nere[14]. Queste tesi vengono approfondite in una più ampia prospettiva storico-teorica nella Ideologia tedesca (1845-46), redatta con Engels, in cui alla astrattezza filosofica della sinistra hegeliana e di Feuerbach, tacciati di voler cambiare la realtà con la semplice critica delle idee, si contrappone la concezione materialistica della storia. Infatti, il bene è tale solo in rapporto al male: chi non conosce il male non conosce nemmeno il bene. Nel primo caso, dopo questa presa di coscienza, la persona è libera di impoverire il suo linguaggio e il suo pensiero, usando solo uno dei due termini che sono intanto equivalenti, e dimenticando l'altro; né è libera di cancellare il percorso che ha portato a notare l'identità, perché tale insieme di passaggi non è una mera costruzione mentale, è un divenire dell'essere: non si deve perdere la dialettica, se non si vuole perdere l'oggetto.

Martina Zecchino D'oro 1994 Oggi, Trabucco Cassiopea Xcm, Treviso Fortitudo Biglietti, Debito Pubblico Italiano 2011, Anagramma Di Alessia, Prenotazione Esami Del Sangue, Menisco E Crociato Tempi Di Recupero, Passata Di Pomodoro Conto Terzi, Take Me Home, Country Roads Film,

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